Informazione, qualità e compensi dignitosi: un tavolo regionale sul lavoro autonomo giornalistico che da anni, in tutte le realtà editoriali, sconta condizioni di sfruttamento e di fortissima precarietà. Lo istituirà il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha raccolto la sollecitazione emersa nel corso dell’incontro con una delegazione del Sindacato giornalisti Veneto e dell’Ordine, dei cdr e dei collaboratori delle testate venete di Athesis, stamane, martedì 9 gennaio, a Palazzo Balbi. Pagato a cottimo, costi tutti a tuo carico, non puoi ammalarti, se fai ferie non guadagni, nessuno “scatto di anzianità” o progressione, e il paradosso che la tua situazione invece di migliorare – anche dopo venti o trent’anni di lavoro – peggiora in un contesto di assenza di futuro professionale: questo il quadro emerso dalle testimonianze di chi fa il giornalista con il classico contrattato di collaborazione coordinata continuativa. «Bene il tavolo, ne parlerò con l’assessorato competente – ha detto Zaia – perché i giornalisti sono lavoratori come gli altri e se ci sono situazioni critiche e giusto che la Regione faccia quanto di sua competenza e se possiamo fare da apripista a livello nazionale per contribuire magari a un nuovo modello contrattuale tanto meglio. Ma nell’approcciare questo tavolo, che radunerà tutti i soggetti interessati a partire dalle aziende, non possiamo dimenticarci della componente democratica e costituzionale che riveste la vostra professione. Non mi stancherò mai di ripetere quanto l’informazione locale sia stata decisiva nel gestire l’emergenza Covid». La stessa delegazione, guidata dalla segretaria regionale di Sgv, Monica Andolfatto e dal vice segretario Massimo Zennaro, con il vicepresidente dell’Ordine, Matteo Guarda, è stata ricevuta quindi a Palazzo Ferro Fini, dal presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti. Quest’ultimo, sottolineando quanto sta accadendo nel panorama dell’informazione veneta con l’affacciarsi del nuovo editore Nem che ha acquisito tutte le testate in forza a Gedi, si è detto disponibile a tenere alta l’attenzione sul tema con delle audizioni nelle commissioni competenti. «Un’azienda editoriale non è un’azienda qualsiasi perché maneggia un prodotto che è un bene di tutti e dal quale dipende la tenuta e la crescita democratica. L’informazione deve essere libera e autorevole e un giornalista sottopagato è meno libero» ha concluso Ciambetti richiamando il rischio di eventuali concentrazioni proprietarie che minerebbero alla base il pluralismo informativo, altrettanto fondamentale. Lo spunto per queste discussioni è giunto dalla vertenza Athesis, avviata a metà dello scorso dicembre, per rivendicare retribuzioni più eque, dopo ulteriori tagli conseguenti anche e non solo al cambio di formato dei quotidiani. Tale vertenza- che si è conclusa positivamente – ha visto il coinvolgimento anche delle stesse redazioni che hanno dato pieno sostegno alla protesa dei collaboratori e ha riscosso appunto anche l’interesse della Regione, tanto della Giunta quanto del Consiglio.