Il Veneto è da sempre la regione in vetta alla classifica nazionale per utilizzo del Superbonus 110%, in particolare per le strutture unifamiliari. A fine febbraio Enea ha certificato, in regione, un totale di 7.360 asseverazioni per un investimento di oltre 812 milioni di euro (su 5 miliardi 289 milioni di euro totali, pari all’11,7%) e una spesa media di 109 mila euro. L’indice di investimento sulle unifamiliari (da Osservatorio SmartLand) è pari a 12,91 su 1000 unità, ben superiore alla media nazionale ferma al 9,81. Il Veneto, a febbraio, ha superato la soglia dei 2 miliardi di investimenti sul 110%, con 2.107 milioni di euro, il 10% del totale nazionale.
“Di fronte a questi numeri, che attestano l’interesse particolare della nostra regione rispetto al Superbonus, ci fa piacere – afferma Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – che il nostro costante confronto con i parlamentari veneti riesca a portare ad un nuovo compromesso sui tempi concessi per godere dell’agevolazione al 110%. Abbiamo infatti colto con favore l’apertura di ieri del sottosegretario all’Economia, Federico Freni, sulla possibile proroga oltre il 30 giugno del termine per effettuare il 30% dei lavori nelle villette unifamiliari. Il governo, quindi, non esclude l’idea e ne sta valutando la fattibilità, compatibilmente con le previsioni inserite nel documento di finanza pubblica per il 2022. Dopo gli interventi antifrodi sulle cessioni dei crediti – prosegue Boschetto –, che a inizio anno hanno temporaneamente bloccato il mercato, abbiamo sostenuto la tesi del rinvio durante l’iter del decreto Sostegni ter. Le proposte di modifica non hanno avuto successo, ma non ci siano arresi, riproponendo le stesse richieste anche nel cosiddetto decreto Bollette all’esame della Camera. Speriamo davvero che il Governo faccia questo passo”.
“Purtroppo – aggiunge Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, c’è anche una cattiva notizia, ossia il cambiamento repentino e radicale delle policy aziendali adottate da Poste Italiane, che ha abbassato il plafond di crediti cedibili ad un massimo di 150 mila euro, a fronte dei precedenti 500 mila, accettando soltanto le prime cessioni di crediti. Confartigianato, con il nostro Presidente nazionale, Marco Granelli, è tempestivamente intervenuta con una lettera all’amministratore delegato di Poste, Matteo Del Fante, nella quale sottolinea le pesanti difficoltà degli imprenditori e chiede una modifica. Confartigianato contesta a Poste Italiane di aver cambiato le regole, senza alcuna preventiva comunicazione che consentisse alle aziende un’adeguata riprogrammazione della propria attività, magari verso altri operatori intermediari. Il risultato è che oggi gli imprenditori si vedono rifiutate, senza alcuna motivazione, pratiche già avviate e, strozzati da inattese esigenze di liquidità, rischiano di vedere compromessa la propria attività. Problemi analoghi per tutte le imprese che avevano già ceduto un primo Stato di Avanzamento Lavori a Poste e che ora si vedono non accettati i successivi”.