Oggi sembra incredibile che un capolavoro del teatro musicale quale Madama Butterfly sia stato fischiato alla sua prima rappresentazione nel 1904. Vero è che Puccini la ritoccò poi a più riprese, com’era solito fare alla ricerca della perfezione, e da allora il volo della “tenue farfalla” non si è più fermato, conquistando i teatri del mondo e recentemente anche l’Arena. Regista e scenografo espertissimo, Franco Zeffirelli (di cui quest’anno ricorre il centenario) nel 2004 accettò la doppia sfida di raccontare per la prima volta nella sua lunga carriera la storia di Cio-Cio-San e di farlo nientemeno che sull’immenso palcoscenico areniano, luogo apparentemente antitetico all’intimista vicenda di Butterfly. Il successo fu grande, grazie anche ai costumi del premio Oscar Emi Wada (1937-2021), ai movimenti coreografici di Maria Grazia Garofoli e al cast diretto dal maestro Daniel Oren che, a 19 anni da quella memorabile serata e dopo 4 riallestimenti del titolo, torna a guidare l’Orchestra di Fondazione Arena e il Coro istruito da Roberto Gabbiani. Proprio al coro tocca una delle pagine più celebri della storia dell’opera, quel brano “a bocca chiusa” che come una colonna sonora ante–litteram accompagna l’ultima veglia di Cio-Cio-San. Quanto all’orchestra, Puccini vi infuse la consueta maestria melodica, timbrica e armonica per creare il suo personale Giappone sonoro, raffinatissimo, multicolore, in linea con le avanguardie musicali dell’epoca ma sempre attento all’efficacia teatrale della sua opera.
Dopo il successo riscosso alla prima di Tosca, tornano insieme Aleksandra Kurzak come protagonista e il compagno d’arte e di vita Roberto Alagna come Pinkerton che la seduce e l’abbandonerà, senza mai dimenticarla. Cio-Cio-San è forse uno dei ruoli più impegnativi dal punto di vista sia attoriale che vocale: a sostenerlo il 25 sarà Maria José Siri, per la prima volta in Arena in un ruolo che ha affrontato anche nella sua inedita versione originale alla Scala, mentre il 2 e il 7 settembre sarà il soprano lituano Asmik Grigorian, al suo esordio assoluto in Arena. Al loro fianco gli applauditi tenori Angelo Villari (25/8) e Piero Pretti (2 e 7/9) mentre il console Sharpless vedrà per tutte le recite il giovane baritono Gevorg Hakobyan, anch’egli al debutto areniano. Nei ruoli di fianco si segnala la presenza d’eccezione di Elena Zilio come Suzuki per le prime due recite, cui succederà Sofia Koberidze. L’insinuante Goro sarà interpretato dal tenore Matteo Mezzaro, lo zio Bonzo da Gabriele Sagona, il principe Yamadori da Italo Proferisce. La “moglie americana” Kate Pinkerton sarà Clarissa Leonardi (12/8) quindi l’esordiente Marta Pluda (25/8, 2 e 7/9) mentre la cerimonia di nozze vedrà in scena il Commissario imperiale di Gianfranco Montresor, l’Ufficiale del registro di Stefano Rinaldi Miliani e la madre e la cugina di Cio-Cio-San (Federica Spatola e Valeria Saladino). Grazie ai Tecnici areniani e al Ballo coordinato da Gaetano Petrosino, sul palcoscenico rivivrà il “quartiere dei piaceri” di Nagasaki pullulante di vita con la cura al dettaglio di Zeffirelli, che poi sa farsi sguardo intimo per seguire la vicenda di Butterfly fin sulla sua casa in collina, da dove non smetterà di sperare con lo sguardo rivolto “all’estremo confin del mare”. Dopo la prima di sabato 12 agosto, repliche il 25 agosto, 2 e 7 settembre.
«Fondazione Arena si prepara da tempo al centenario pucciniano con un percorso che culminerà nel Festival 2024 appena annunciato – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena. – Questa speciale Butterfly però non poteva mancare nel ricco programma del 100° Festival, come occasione speciale per vedere grandi artisti in scena e come omaggio a Franco Zeffirelli, nella sua unica produzione dedicata a questo capolavoro, nell’anno in cui avrebbe festeggiato il suo 100° compleanno».
«Queste quattro date di Madama Butterfly ci consentono di vedere all’opera alcuni dei migliori artisti di oggi – prosegue Stefano Trespidi, Vicedirettore artistico – spesso al debutto nel titolo o addirittura alla loro prima volta in Arena, confermando il rilievo che ha il nostro Festival nel panorama internazionale».