Il Marrone di San Zeno festeggia 20 anni di Dop. La denominazione di origine protetta del Marrone di San Zeno è stata registrata nel 2003 e nello stesso anno si è costituito il Consorzio di Tutela che riunisce oggi più di quaranta soci con oltre 30 aziende che producono il marrone Dop.
«Siamo molto orgogliosi di tagliare il traguardo dei 20 anni della Dop con il nostro prodotto che ha una antica tradizione e continua ad essere apprezzato e ricercato proprio qui dove si coltiva”, commenta il presidente del Consorzio del Marrone di San Zeno Simone Campagnari che aggiunge “L’attività del Consorzio e dei produttori negli anni è stata, tra le altre, quella di recuperare piante di notevole importanza storica e colturale che possono contare più di 400 anni. Infatti, è preferibile recuperare i vecchi castagni anziché piantarne di nuovi poiché ci vogliono circa venti anni per la loro produzione: chi pianta castagni lo fa per i figli perché saranno loro a raccoglierne i frutti». «Quest’anno – prosegue Campagnari – la stagione si prospetta positiva sia per qualità che quantità, nonostante la siccità a partire dalla metà di agosto. La raccolta è iniziata in questi giorni in anticipo: si tratta ormai di un fenomeno che si sta ripetendo da qualche anno per i cambiamenti climatici. Le prossime azioni del Consorzio sono volte a creare un magazzino per il confezionamento e sviluppare prodotti derivanti dai marroni. La birra alle castagne, ad esempio, in vendita da qualche anno, piace sempre molto».
La presentazione è avvenuta oggi nel Palazzo Ca’ Montagna a San Zeno di Montagna dal presidente del Consorzio del Marrone di San Zeno Dop Simone Campagnari, il Sindaco di San Zeno di Montagna Maurizio Castellani che ha fatto i saluti e il direttore di Aipo Verona, Associazione interregionale produttori olivicoli Enzo Gambin.
Le stime di produzione sono stabili intorno ai 300 quintali, gran parte dei quali biologici. Il marrone è coltivato su 200 ettari (1000 ettari totali) situati dai 250 ai 900 metri s.l.m. nella zona fra il Lago di Garda e il Monte Baldo, in provincia di Verona nei comuni di Brentino Belluno, Brenzone, Caprino Veronese, Costermano, Ferrara di Monte Baldo e, naturalmente, San Zeno di Montagna. Tutti comuni compresi nella zona dell’unione montana del Baldo-Garda, conosciuta fin dal passato come «Hortus Europae» – Giardino d’Europa.
Nella comunità montana del Monte Baldo la castanicoltura ha rappresentato nei secoli passati una risorsa economica importante con i primi riferimenti storici sulla coltivazione del castagno che risalgono al Medioevo.