Sono giorni magici quelli che stiamo vivendo in questo scorcio di primavera/estate 2017. Basta recarsi a fare una passeggiata sull’argine dell’Adige per poter osservare come – dopo la diga – tutta questa parte del territorio lupatotino e zeviano sia coinvolta in opere che ne stanno trasformando l’aspetto, opere che hanno come elemento comune una finalità di qualificazione ambientale. Il Parco di Pontoncello – finalmente formalmente istituito e rimesso in ordine, anche se il lavoro non è ancora finito – il Percorso ciclo pedonale delle Risorgive che ci condurrà da Pontoncello a Valeggio sul Mincio in un paio di orette di comoda pedalata, il recupero della Casa Bombardà, la nuova centrale idroelettrica che sfrutta il salto d’acqua della diga, la realizzazione della passerella sulla diga che ci consentirà di passeggiare in quel di San Martino Buon Albergo percorrendo solo un paio di centinaia di metri, ci stanno offrendo una fruizione di tipo ambientale vagheggiata da qualcuno da oltre un ventennio.
Naturale quindi che chi passa ed osserva si senta coinvolto ed esprima la sua opinione, ed anche la sua critica, per esempio rispetto a quanto resta ancora da fare. In particolare, quello che sembra prestarsi a maggiori critiche risulta essere il Parco di Pontoncello che essendo ancora un cantiere – la chiusura dei lavori è stata prorogata al 30 giugno di quest’anno – manca delle indispensabili opere di rifinitura come la pulizia e la sistemazione finale dei percorsi. Siamo però nelle fasi finali: si sta ultimando la posa delle bacheche ed entro una decina di giorni verrà posizionata anche la cartellonistica descrittiva del sito.
Vorremmo tranquillizzare i lupatotini e gli altri amanti di questo angolo di verde: l’ente di gestione del Parco si sta riunendo quasi mensilmente (rispetto ad una sola riunione annua precedente), sono già stati messi a disposizione i fondi necessari agli interventi finali di pulizia, si sta lavorando per organizzare in autunno un convegno di presentazione ufficiale del Parco che dovrà coinvolgere tutta la popolazione scolastica dei tre comuni, sono già state individuate le risorse e la organizzazione del necessario controllo sulla messa in sicurezza dell’area e dell’esercizio della manutenzione in continuo.
Solo due piccole precisazioni: diversamente dal Parco dell’Adige (quello che si trova a Sorio, nella ex colonia) che era e resterà un Parco Urbano, il Parco di Interesse Intercomunale di Pontoncello avrà una connotazione assolutamente originale: non è e non diventerà un parco urbano dove si interviene pesantemente per tagliare l’erba, rimuovere gli ingombri, piantumare con fantasia e creatività. Il Parco di Pontoncello vale e varrà come esempio di bosco spontaneo che si è formato in assoluta libertà nella nostra golena. I sentieri più interni resteranno in terra battuta e saranno mantenuti tali solo dal passaggio di noi fruitori, le piante vecchie che cadono restano al loro posto a marcire e a consentire quell’avvio di biodiversità che favorisce la comparsa di insetti, di piccoli mammiferi, di rettili ed altra microfauna che lo rende un bosco vero. La cartellonistica spiegherà bene la divisione in zone di rispetto differenziate, che prevedono aree tutelate da rispetto assoluto con divieto di entrata per tutti. Ma tutto questo solo dopo la consegna dei lavori, quando le tre amministrazioni saranno pienamente responsabili del sito.
Vorrei concludere con l’invito a non far comunque mancare l’attenzione: una proposta ambientale come il Parco di Pontoncello si basa sulla precondizione di un utilizzo rispettoso ma continuo da parte della popolazione, sull’esercizio di una fondamentale azione di controllo e presidio da parte dei cittadini che lo rispettano e lo fanno rispettare. Come può verificare già ora chi ci passa vicino: nonostante i divieti continua l’attività di chi vi rilascia rifiuti di ogni tipo e anche di chi ruba legname o persino centinaia delle piantine là collocate un mese fa.
Roberto Facci
Presidente del Comitato di Gestione – Delegato del sindaco