Lo scorso 30 ottobre i consiglieri regionali Alessandro Montagnoli (Lega Nord), Stefano Valdegamberi (Lista Zaia), Manuel Brusco (Movimento 5 Stelle), Andrea Bassi (Lista Tosi) e Orietta Salemi ( Pd) hanno presentato una mozione con la quale, tenuto conto che la Commissione regionale Via ha espresso parere favorevole al progetto di ampliamento della discarica di Ca’ Bianca, nonostante i pareri contrari dei tre comuni interessati, ovvero Zevio, San Giovanni Lupatoto e Oppeano, impegna la Giunta regionale affinché tenga conto anche dei pareri dei tre comuni interessati valutando l’eventuale sospensione dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica .
Nella mozione i firmatari scrivono che “ il territorio comunale ed il sito della discarica Cà Bianca ricade in ambiti di ricarica degli acquiferi, nella fascia delle risorgive ed in ambiti ad elevata vulnerabilità intrinseca degli acquiferi. Alla luce di tali aspetti il PTA (Piano di Tutela delle Acque), il PAQE (Piano d’Area del Quadrante Europa) ed il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale veronese) escludono ampliamenti di discariche in aree di ricarica degli acquiferi e nella fascia delle risorgive. Il nuovo Piano di Gestione dei Rifiuti esclude l’ampliamento di discariche in aree di ricarica degli acquiferi. Con la discarica di Cà Bianca si andrebbe pertanto a perseverare nella scelta di accordare un ampliamento di un sito di stoccaggio di rifiuti all’interno di una zona idrogeologicamente vulnerabile e non compatibile con la Pianificazione territoriale vigente;
– con la realizzazione del progetto di ampliamento della discarica è ampiamente trascurato il principio di “prossimità” introdotto dal Piano Regionale dei Rifiuti, visto che solo 25.500 m3 dei rifiuti di Cava Bastiello saranno conferiti in discarica Cà Bianca su un ampliamento richiesto di 300.000 m3 (meno del 10%) e che attualmente nella discarica di Cà Bianca più del 50% dei rifiuti conferiti arrivano da fuori Regione del Veneto;
– la valutazione ed il dimensionamento della rete di raccolta delle acque meteoriche con la stima delle portate di acque piovane da regimare, è riferita ad eventi piovosi con tempi di ritorno di 10 anni, mentre la vita nominale o reale della discarica (con la fase post-gestione) è realisticamente superiore a 50 anni. La scelta di un evento piovoso con Tr di 50 anni, l’innalzamento della discarica e l’aumento della acclività dei fianchi, potrebbero accrescere le portate delle acque meteoriche che i fossi di guardia perimetrali della discarica dovrebbero regimare e per poi far confluire nella rete di bonifica consortile;
– l’impatto visivo della “collina” artificiale prodotta con la discarica, che si innalzerà di circa 23 m rispetto al piano campagna e si allarga alla base per diverse decine di metri, genera sicuramente un impatto negativo molto significativo sul paesaggio a prescindere dallo stato paesaggistico attuale dei luoghi;
– l’assetto stratigrafico del sottosuolo della discarica con terreni a tessitura fine (limo e argilla) disposti in lenti o orizzonti più o meno continui su tutta l’area con spessori e soggiacenza articolata, dovrebbe essere attentamente descritto e valutato nel modello geologico-geotecnico al fine delle verifiche geotecniche. L’assetto stratigrafico del sito risulta infatti particolarmente determinante nella stima delle deformazioni che matureranno nel sottosuolo nel breve, lungo e lunghissimo periodo sotto l’azione del rilevante carico indotto dal peso dei rifiuti. Deformazioni anche differenziali che possono mettere a rischio l’integrità del sistema di ritenuta del fondo discarica, specie nei punti in cui nel sottosuolo si localizzano significative e repentine eterogeneità stratigrafico-geotecniche;
– l’analisi di rischio, in merito al pericolo di rottura della barriera di fondo, pare non consideri cautelativamente un valore della permeabilità della barriera minerale con un ordine di grandezza maggiore, ovvero, nei calcoli non si assume per tale parametro un valore (accresciuto) di 10-9 m/s rispetto al valore adottato di 10-10 m/s. L’adozione del valore accresciuto potrebbe incidere sui risultati finali delle concentrazioni limite in falda al punto di conformità e riportati nello studio di Analisi del Rischio”.