Il 9 aprile 2020 doveva svolgersi il convegno “Lotta sostenibile alla cimice asiatica rispettando l’ape” organizzato dalla Consulta dell’Ambiente del Comune di San Giovanni Lupatoto e rimandato a causa del lockdown. Il convegno era dedicato alla presentazione della lotta biologica agli insetti parassiti, che da decenni viene utilizzata nelle aziende agricole del nostro territorio, e al progetto della lotta biologica alla cimice asiatica che flagella i raccolti agricoli.
La lotta biologica agli insetti parassiti avviene utilizzando altri insetti detti utili che sono antagonisti degli insetti dannosi. E’ importante sottolineare che gli insetti utili utilizzati sono già presenti nell’eco-sistema del nostro territorio e vengono distribuiti all’interno delle serre in quantità importanti dopo essere stati allevati presso le biofabbriche. E’ iniziato a giugno di quest’anno presso l’azienda agricola Scolari di Raldon la lotta biologica sperimentale alla cimice asiatica. L’azienda Scolari già utilizza il metodo della lotta biologica da venticinque anni, vero vanto del territorio perché con questo procedimento riduce l’utilizzo dei trattamenti chimici.
Come racconta il perito agrario Maurizio Poletti della società Sprea di Villafontana, all’interno delle serre dell’azienda Scolari è stato distribuito l’insetto utile Anastatus bifasciatus antagonistica della cimice asiatica. Questo insetto indigeno, allevato presso la biofabbrica Bioplanet di Cesena, depone le proprie uova all’interno delle ovatture della cimice asiatica e così dalle uova non nasceranno più cimici ma nasceranno altri Anastatus. La lotta chimica contro la cimice asiatica è risultata inefficace perché gli insetti si fanno più resistenti, inquina l’ambiente e uccide le api e gli altri insetti impollinatori fondamentali per l’eco-sistema. L’uso degli insetti utili rappresenta il futuro per la lotta alla cimice asiatica perché è un’operazione a zero impatto ambientale che salverà la Fragola prodotto principe del nostro territorio e gli altri prodotti ortofrutticoli.
Bianca Grigoli