Direttamente dalla “Commedia all’improvviso” approdano sulla scena Arlecchino, Lelio, Pantalone e Brighella: tutti hanno già smesso la maschera, ma mentre i primi due conservano intatta l’innata buffoneria, gli altri hanno già assimilato la variegata complessità di personaggi finalmente reali. Reali come il vecchio Ottavio, lo scaltro Agapito, l’innamorato Florindo; reali come Corallina, Beatrice e Rosaura. Quasi due secoli prima del femminismo l’Autore sembra volerci sussurrare che, nel bene come nel male, sono le donne a indirizzare e determinare gran parte delle vicende umane. Sullo sfondo d’una Verona reinventata come forse nei sogni, personaggi “antichi” e realistici tornano intanto felicemente a confondersi nelle pieghe d’un intreccio appassionante, assicurando, oggi come un tempo, gioiose suggestioni e trascinante divertimento.