Possono i media avere un ruolo primario nel successo di un leader? Come le televisioni e i giornali riescono ad influenzare il successo dei politici? Cosa sta accadendo al ‘Paese Italia’? Sono stati questi alcuni dei temi discussi lunedì 15 dicembre al centro culturale di piazza Umberto Primo di San Giovanni Lupatoto. Ospite della serata -organizzata dal movimento “E’ possibile” e introdotta da Remo Tosoni e dal consigliere comunale Corrado Franceschini- il giornalista Corradino Mineo che, dialogando con la giornalista Serena Marchi, ha ripercorso le sue origini siciliane, la sua famiglia di matematici filosofi, i suoi trentacinque anni in Rai e la più recente scelta di entrare in politica e di diventare senatore Pd. Attraverso una lunga cavalcata negli anni, il giornalista ha raccontato cos’è la mafia sicula e ha affrontato il più attuale problema della mafia romana, ha categoricamente preso le distanze da chi crede che i media possano creare un leader e ha raccontato i 22 mesi da senatore, dalla rielezione di Napolitano alla riforma Renzi/Boschi.
“Io mi dissocio da tutti quelli che affermano che il successo di Berlusconi e di Renzi stia nella loro capacità comunicativa”, ha affermato il giornalista, “perché se non hai un programma politico forte, se non hai nulla da proporre puoi anche essere il miglior comunicatore del mondo ma le televisioni e i media in generale sono un boomerang che ti si ritorce contro. Berlusconi ieri e Renzi oggi hanno questo successo mediatico perché hanno un programma ben preciso e degli obiettivi politici chiari”.
Durante la serata anche Michele Fiorillo, filosofo studioso di Gramsci ed esponente del movimento “E’ possibile”, ha dialogato con il giornalista soffermandosi soprattutto sullo stallo del Governo della tanto conclamata legge sul conflitto di interessi, da anni annunciata ma ancora ferma sui tavoli di Roma. Corradino Mineo ha appena scritto un libro, “Caffè Amaro. Costituzione, sinistra e futuro”, edito da Imprimatur, in cui attraverso domande e risposte racconta la sua esperienza di giornalista prima e senatore poi, Mineo, senza risparmiare nessuno, propone un focus sull’evoluzione della politica italiana, dagli anni Novanta in avanti e un’analisi del cambiamento radicale di comportamenti e dei ruoli conseguenti alla «crisi delle ideologie».