Una giornata che entra negli annali di storia del Comune di Bosco Chiesanuova, quella di sabato 23 dicembre 2023, per l’inaugurazione di ‘Luxino’, il nuovo museo etnografico dell’uomo e dell’ambiente.
L’edificio che ospita il Museo fu costruito tra il 1850 e il 1852 per essere adibito a Municipio e Scuola elementare, dove i bambini e le bambine del paese continuarono ad essere istruiti fino ai primi anni Sessanta. Nel 1981, l’immobile venne rinnovato dall’architetto Libero Cecchini per adibirlo a Museo Etnografico. Chiuso da quattro anni, il nuovo Museo è stato inaugurato, sabato 23 dicembre, dal Sindaco del Comune di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti dopo una completa riqualificazione architettonica, tecnologica e di contenuto che lo restituisce alla cittadinanza con un nuovo concept espositivo e con significative novità. I lavori, bloccati dal Covid e lievitati nei costi al pari di qualsiasi altra opera pubblica in questi ultimi anni, hanno coinvolto professionisti, imprese ed artigiani locali, uffici comunali e decine di volontari e “amici del Museo” che vi hanno dedicato tempo, intelletto e forze, e che l’Amministrazione comunale si è soffermata, più volte, a ricordare e ringraziare nel corso della cerimonia di inaugurazione. Un risultato finale che ha raccolto pareri entusiasti tra le circa 200 persone che lo hanno visitato dopo il taglio del nastro, frutto condiviso di un vero e proprio lavoro corale, come ha dichiarato il Sindaco del Comune di Bosco Chiesanuova, Claudio Melotti: «Questo è un museo di Comunità, nato nel dialogo, concepito per essere l’ambasciatore delle nostre radici. Uno scrigno che conserva e racconta le storie, le tradizioni e l’anima della nostra meravigliosa terra ma, al contempo, un ponte tra le generazioni, passate, presenti e future. Ringrazio profondamente tutte le persone che vi hanno contribuito».
Il nome scelto per il Museo, Luxino, rimanda agli antichi documenti, risalenti al IX secolo, nei quali gli alti pascoli venivano chiamati appunto “Luxino”, dal latino lux, luce, poiché, secondo una suggestiva ipotesi, chi saliva dalla pianura e dalle valli, dopo aver attraversato la buia foresta dei grandi faggi, sbucava infine nella luminosa radura degli alti pascoli. Situato nel cuore del paese, Luxino ospita, al piano terra, lo IAT, ufficio di accoglienza e informazione turistica, e una sala riservata a mostre ed installazioni temporanee come “Ritorni: esplorazioni di terre d’origine”, dedicata all’emigrazione dalla Lessinia, visitabile gratuitamente sino al 6 gennaio 2024. Gli altri piani del Museo, accompagnano i visitatori in un viaggio alla scoperta della cultura lessinica, attraverso sezioni ordinate cronologicamente, dalla preistoria al giorno d’oggi, una nuova sezione dedicata all’architettura della Lessinia ed una alle migrazioni. Le sale accolgono una grande quantità di testimonianze della vita quotidiana, delle tradizioni, dei lavori che hanno plasmato questa terra per come è conosciuta oggi, frutto della donazione o del prestito di famiglie e privati cittadini. Rilevante anche il contributo offerto dai nuovi pannelli espositivi e dal materiale multimediale, fruibili anche in lingua inglese.
Commovente la dedica all’ingresso del Museo, letta con evidente emozione dal Sindaco Claudio Melotti prima del taglio del nastro: «Il museo è dedicato ai nostri vecchi, molti dei quali ormai senza nome e senza volto, che hanno plasmato questa terra per come è conosciuta oggi. E noi abbiamo il dovere di ricordare ai nostri figli che questa terra è il frutto delle loro sapienti mani. Ogni oggetto, ogni fotografia, ogni ricostruzione conservata in questo luogo è un tassello del puzzle che racconta chi siamo e da dove veniamo. La cultura è il cuore pulsante di una comunità e il nostro vuole battere forte, unire, rinsaldare il senso di appartenenza, ispirando il cammino delle generazioni future».
La mattinata era iniziata con una conferenza di presentazione del progetto in Sala Olimpica, dove il Sindaco è stato affiancato da Alessandra Albarelli, amministratrice di Bei Passi Srl, società del Comune di Bosco Chiesanuova che, tra le altre, si occupa della gestione del museo, dai professori Ugo Sauro e Nadia Massella, profondi conoscitori della storia della Lessinia.
I lavori di riqualificazione del museo etnografico hanno comportato un significativo investimento per il Comune – l’importo complessivo degli interventi è pari a 435mila euro – e hanno goduto di un finanziamento regionale per l’allestimento dell’inaugurazione e dei fondi messi a disposizione dal GAL Baldo-Lessinia con il PSL 2014-2022, presente alla riapertura con il presidente Ermanno Anselmi e il consigliere e Sindaco di Sant’Anna d’Alfaedo, Raffaello Campostrini. Alla cerimonia, hanno preso parte anche il vicepresidente della Cassa Rurale Vallagarina, Carmelo Melotti, che ha sostenuto finanziariamente l’evento di inaugurazione, il presidente del Parco Naturale Regionale della Lessinia, Giuliano Menegazzi, la consigliera provinciale, Federica Losi e altri sindaci dei comuni limitrofi.