Un nuovo evento promosso dall’Azienda ULSS 9 Scaligera con la Diocesi di Verona, nell’ambito del progetto Inclusione Sociale. A chiusura del percorso iniziato con la Santa Messa d’apertura alla mostra dei presepi, realizzata dagli ospiti diversamenti abili dei Centri ULSS 9, ieri sera in Duomo-Cattedrale di Santa Maria Assunta Verona si è svolto un evento aperto dalla riflessione “Il presepio: simbolo e attualità” a cura di S.E. Vescovo di Verona, Mons. Domenico Pompili.
Nella Cattedrale, gremita di pubblico, alla presenza di Amministratori del territorio veronese, autorità civili e militari, e con una folta rappresentanza di associazioni del Terzo Settore, sono risuonate le parole del Direttore Generale dell’Azienda ULSS 9, dr. Pietro Girardi, che ha ricordato il progetto di Inclusione Sociale che, iniziato nel settore del turismo su impulso della Regione Veneto, è arrivato a toccare lo sport con gli accordi già stipulati con Scaligera Basket e Verona Volley.
Il Duomo si è poi riempito della musica del Coro Marcelliano Marcello, ensemble vocale e strumentale con voce recitante diretto dal maestro Cristian Zinelli, che ha proposto un concerto con musiche sacre e di altra estrazione (brani di Franco Battiato, Fabrizio De André e il “Magnificat” di Marco Frisina già interpretato da Mina).
Di notevole spessore la riflessione di S.E. Vescovo di Verona, Mons. Domenico Pompili sulla doppia rivoluzione del presepe ideato da San Francesco: «Davvero possiamo parlare di rivoluzione spirituale e sociale nella rappresentazione del Presepio. Nella prima rivoluzione, Dio – l’assoluto, il trascendente, l’invisibile e l’eterno – trova forma in un bambino, quanto di più contingente e terreno. Questo ci dà certezza che Dio non va più cercato nell’alto dei cieli ma dentro la nostra umanità. Dio stesso si manifesta come tale; anzi, diventa il più umano di tutti. Questa rivoluzione che introduce San Francesco si ripercuoterà in tanti aspetti della vita, compresa la dimensione artistica. Da quel momento in poi la figura di Gesù verrà rappresentata nelle fogge più diverse, proprio per mettere in evidenza l’aspetto umano di Dio. La seconda rivoluzione è sociale: al tempo di Francesco c’erano molte guerre e si partiva per le Crociate. Tornando dal suo viaggio in Terra Santa, Francesco vede in Greccio, un piccolo paese in provincia di Rieti, una sorta di rappresentazione di Betlemme. Nella sua mente l’equazione Greccio uguale Betlemme, gli fa dire sottotraccia – senza affermarlo in maniera esplicita – che, se Greccio è come Betlemme, allora non è più necessario andare armati a liberare luoghi santi, perché Dio si rende presente in ogni luogo, anche infinitamente piccolo. Sono due rivoluzioni di Francesco che, passando 800 anni, sono arrivate fino a noi e attraverso le realizzazioni artistiche dei nostri amici e amiche abbiamo la possibilità ancora la possibilità di contemplare il presepe, una rivoluzione spirituale e sociale».
Al termine dell’evento, i presepi esposti (la mostra ne contava 50), realizzati dai ragazzi che frequentano i Centri Diurni e le Strutture per persone diversamente abili dell’Azienda ULSS 9 Scaligera, sono stati acquistati: il ricavato delle vendite sosterrà nuovi progetti di Inclusione Sociale.