Nel Veronese sono arrivate le temute gelate di aprile, ma non sono state gravi come in Emilia Romagna, dove molte colture sono state azzerate da temperature scese a meno 6 gradi. In pianura, per tre notti consecutive, si sono toccate punte massime di meno 2,6, ma fortunatamente molti agricoltori, memori delle forti perdite causate dal gelo di qualche anno fa, hanno attivato gli impianti antibrina proteggendo le piante. E quindi i danni sembrano al momento contenuti, anche se il bilancio si farà tra qualche giorno.
“Questa volta non ci siamo fatti cogliere impreparati come nell’aprile di due anni fa – spiega Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona -, quando le temperature scesero a meno 8 bruciando i fiori delle piante da frutto. Dove gli impianti antibrina sono stati accesi, soprattutto nelle zone tra Belfiore e Zevio, i segni del gelo sono quasi irrilevanti. Chi ne era sprovvisto o non li ha attivati ha, invece, registrato danni ad albicocche, susine, ciliegie e kiwi, che sono in piena fioritura, e qualcosa anche ai peri. Nessun problema, invece, per le mele. Un monitoraggio preciso sarà eseguito nei prossimi giorni, ma riteniamo che in generale le conseguenze siano contenute. E per fortuna altre notti di gelo non sono previste”.