Il Teatro Romano ospita l’11 e 12 settembre “ Fedra”, di Euripide, con Alessandra Salamida, Riccardo Livermore, Gaia Aprea e Alessandro Albertin. Regia di Paul Currant. La dea dell’amore, Afrodite, apre la tragedia e la dea della caccia, Artemide, la conclude, ma al centro di FEDRA – Ippolito portatore di corona, di Euripide, non ci sono gli Dei, bensì la passione umana, assoluta, divorante di Fedra per il figliastro, Ippolito. Fedra tace il proprio amore e si consuma, rivelandolo alla fine soltanto alla nutrice, la quale parla invano a Ippolito, furioso e sprezzante. Fedra preferisce la morte violenta al disonore per l’amore incestuoso che prova nei confronti di Ippolito, lasciando però uno scritto in cui accusa il figliastro di stupro. Il marito, Teseo, provoca allora la morte di Ippolito, riabilitato in punto di morte dalla stessa Artemide. La tragedia contiene alcune riflessioni di innegabile modernità su temi quali il potere delle parole nei rapporti umani, il legame tra libertà e destino, la forza della passione amorosa, i concetti dell’onore e dell’infamia, la conoscenza del bene e del male. Un’opera centrale nella poetica di Euripide, che non smette di affascinare gli spettatori a secoli di distanza, e che trova una nuova complessità nell’allestimento firmato dal regista scozzese Paul Curran.