La Chiesa di Verona ed in particolare la comunità di Pozzo ha festeggiato domenica 27 giugno i 50 anni di sacerdozio di Don Elio Aloisi. Per l’occasione è stata celebrata una Santa Messa alle 10.30 e poi grande festa con pranzo sotto il tendone allestito appositamente accanto alla Chiesa di San Gaetano.
“Nelle sei parrocchie passate come sacerdote attraverso le tue omelie hai seminato qualche granellino qua e là in ognuno di coloro che ha avuto modo di ascoltarti e comprendere ciò che esprimevi seminando la parola di Dio”, ha sottolineato Angelo Tosi, a nome del Consiglio Pastorale, nel suo intervento all’inizio della celebrazione. “Ed il tuo peregrinare, se pur faticoso, lascia pensare ad una buona semina visto il raccolto di anime odierno, intervenute oggi, qui, per festeggiarti. La propensione nel cercare di capire il prossimo, ed ostinatamente trovare in ognuno il lato migliore, ti toglie di fatto dall’isolamento che non ami. La correttezza nei rapporti, vincolando prima di tutto l’amicizia quella vera, al naturale senza secondi fini e la presenza, non invadente, lasciando lo spazio necessario agli altri per crescere ed esprimersi al meglio. E’ un po’ tutto questo ciò che abbiamo raccolto in questi anni al tuo fianco, e penso di esprimere anche il sentimento di tutte le persone oggi presenti”.
Don Elio, nel corso dell’omelia, ha rimarcato come in effetti che “la Parrocchia ti offre l’opportunità di venire a contatto con le persone, di condividere la gioia di una nascita di un bambino così come la solitudine di un anziano, sentire pulsare la vita nostra di ogni giorno nelle nostre case, nel lavoro, nella società. Il sacerdozio significa dire una parola significativa che è la parola di Gesù. Essere in grado di portare parole e gesti, perché mandato da Gesù, di conforto, di consolazione, di incoraggiamento, di unione”. Ed ha aggiunto, “anche donare il perdono perché siamo fragili, perché siamo deboli e dobbiamo fare i conti proprio con le nostre debolezze. Fare il prete è impegnativo perché c’è sempre una sproporzione tra la missione che è stata affidata e la nostra condizione. Ma ricordo con gratitudine questo percorso di sei tappe della mia vita di sacerdote in altrettante parrocchie, questi passaggi che mi hanno segnato il mio fare il prete”. Ha poi fatto riferimento al brano del Vangelo in cui il Signore sale su monte facendo tre tende: una per sé, una per Mosè ed una Elia: “Gesù sale sul monte non da solo, e questo particolare mi offre l’opportunità di dire quanto è importante per noi sacerdoti vivere insieme”. Al termine della celebrazione è stata consegnato a Don Elio, come segno e ricordo, un dono da parte dei parrocchiani: un quadro realizzato da Pietrino e raffigurante la Madonna e sullo sfondo la Chiesa di Pozzo.