Si svolgerà mercoledì 27 novembre, alle ore 20,45 nella sala civica del centro culturale di Piazza Umberto I° a San Giovanni Lupatoto (VR), l’incontro pubblico dal titolo “La strada è di tutti”, organizzato dall’assessorato alla Sicurezza del Comune di San Giovanni Lupatoto nell’ambito del progetto “Uscite in Sicurezza”, in collaborazione con la Fondazione Michele Scarponi, allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche della sicurezza stradale, essendo questo aspetto, assieme con le infrastrutture dedicate, uno strumento necessario per arrivare ad avere dei comportamenti corretti sulla strada.
«Riprendiamo le attività del progetto “Uscite in Sicurezza” con questo incontro curato dalla Fondazione Michele Scarponi, che ringrazio per la collaborazione – spiega l’assessore alla Sicurezza e al Sociale del Comune di San Giovanni Lupatoto Maurizio Simonato -. Accanto alle opere infrastrutturali, come piste ciclabili, isole pedonali, banchettoni, contiamo molto sulle testimonianze dirette e sul supporto di chi opera in questo ambito, per sensibilizzare i cittadini alla sicurezza sulle strade avendo come primo obiettivo la tutela degli più deboli, come pedoni, ciclisti, disabili, anziani».
La serata avrà come ospite Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione Michele Scarponi, realtà nata nella memoria del campione di ciclismo Michele Scarponi, “l’Aquila di Filottrano”, morto a 37 anni il 22 aprile 2017 dopo essere stato investito da un automobilista a Filottrano (Ancona) mentre si stava allenando sulle strade di casa.
«C’è un gran bisogno di parlare di sicurezza stradale e di mobilità sostenibile nel nostro Paese. Ogni momento di sensibilizzazione, di testimonianza e di confronto su questi temi è un’opportunità per tutta la comunità. Perché ogni persona vive la strada e la strada è di tutti, a partire dal più fragile» dice Marco Scarponi.
La serata prevede la proiezione di un video sulla storia di Michele Scarponi, l’intervento di Marco e la possibilità per il pubblico di interagire con domande e interventi affinché si inneschi un dibattito profondo e valoriale sulla sicurezza stradale e la mobilità sostenibile. La Fondazione, raccontando la morte di Michele, pone anche il tema della violenza stradale e del dolore che genera, mettendo in evidenza non solo le cause, ma anche le possibili soluzioni, trasformando così il dolore in dono con il messaggio del “piede a terra” .