Una risposta concreta all’emergenza Pfas: sei nuovi pozzi, diciotto chilometri di acquedotto da Belfiore a Lonigo per portare acqua di buona qualità proveniente da fonti alternative in zona rossa. La prima ad essere operativa delle grandi opere volute dalla Regione Veneto per rispondere alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova. L’opera, finanziata per 24 milioni di euro con fondi ministeriali, è la prima ad entrare in funzione degli interventi urgenti di Protezione Civile messi in atto dalla Regione Veneto in conseguenza della contaminazione delle falde. Collegato all’impianto il nuovo acquedotto che attraverso condotte interrate di grande portata, con diametri che variano dai 600 ai 1000 mm, porterà l’acqua prelevata fino a Lonigo, attraversando i comuni di San Bonifacio e di Arcole. Il beneficio che l’opera apporterà al sistema acquedottistico della fascia orientale della provincia di Verona e non solo sarà decisamente importante: la nuova fonte consentirà di convogliare continuativamente un flusso idrico di 150 litri al secondo, che potranno arrivare a 250 litri al secondo (22 mila metri cubi d’acqua al giorno) una volta a pieno regime, di acqua controllata e di buona qualità, assicurando l’approvvigionamento di diversi comuni della zona rossa. Può dunque iniziare il progressivo spegnimento dei pozzi ai Almisano (Lonigo) che attingono dalla falda compromessa. Processo che terminerà quando andranno a compimento anche le opere in via di realizzazione da parte degli altri gestori coinvolti nel progetto.
“È una grandissima soddisfazione vedere oggi realizzata l’infrastruttura più significativa e strategica della storia di Acque Veronesi” ha detto durante la cerimonia inaugurale il presidente Roberto Mantovanelli. “Un’opera complessa, altamente tecnologica, che risponde a tutti gli adempimenti in fatto di sicurezza”. Il monitoraggio (34 campionamenti e oltre 580 determinazioni analitiche effettuati da Acque Veronesi dal 18 maggio 2021 al 4 maggio di quest’anno) conferma che l’acqua erogata risponde a tutti i parametri di legge e che è completamente priva di Pfas. “Sin dall’inizio è stato nostro preciso impegno assicurare le massime garanzie sulla qualità dell’acqua” precisa Mantovanelli. “Abbiamo posto specifica attenzione all’eventuale presenza di Pfas e di altri inquinanti antropici, riscontrando un quadro specifico di completa conformità all’uso idropotabile”. Ma c’è di più: “A maggior tutela è stata anche progettata una rete di monitoraggio ambientale che permetterà di cogliere con largo anticipo eventuali criticità e di mettere in atto le necessarie misure per evitare ogni problema nella distribuzione”.