L’impianto di Cà del Bue non sarà più utilizzato come inceneritore, o termovalorizzatore che dir si voglia? E’ presto per dirlo, ma il fatto che il consiglio di amministrazione di AGSM abbia deciso, all’unanimità, di avviare un procedimento per concludere il project financing con la ditta spagnola Urbaser, che avrebbe dovuto gestire l’impianto per 25 anni, è già un buon segnale. Una mossa dettata non da un ravvedimento sull’impiego di questo tipo di impianto contestato tra gli altri dai Comuni limitrofi di San Giovanni Lupatoto, San Martino e Zevio, ma perché l’aumento della tariffa di smaltimento, da 110 a 200 euro a tonnellata, comporterebbe per i cittadini un aumento della bolletta di circa il 20%.
“ Agsm ritiene che l’eliminazione dei sistemi incentivanti- ha spiegato il presidente Fabio Venturi- e la diminuzione dei flussi possa avere riflessi troppo pesanti sulla tariffa di conferimento. E’ doveroso ricordare che la procedura di project financing per i nuovi forni a griglia dell’impianto di Cà del Bue è stata indetta da AGSM sulla base dei precisi indirizzi dati dalla Regione Veneto”. In attesa di sapere come risponderà Urbaser, che ne sarà dell’impianto di Cà del Bue ? : “ In prospettiva, e sulla base del progetto già presentato ed avvallato dalla Commissione Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), l’impianto di Cà del Bue continuerà a selezionare rifiuti come trattamento meccanico-biologico. Verrà riattivato il trattamento del rifiuto organico, che prevede di recuperare biogas da circa 40.000 tonnellate di rifiuto umido; il biogas o biometano verrà utilizzato come combustibile per la produzione di energie o come carburante per gli automezzi di AMIA. Transeco, inoltre, si ricollocherà a Cà del Bue con un risparmio annuo stimabile in 200.000 euro.”. AGSM sottolinea comunque che “ nel dopo Cà del Bue andrà preso atto e quindi rimarrà da chiarire il destino delle 174.000 tonnellate di rifiuto che, secondo quanto risulta dalle analisi svolte a livello nazionale dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito della ricognizione nazionale degli impianti di termovalorizzazione prevista dall’art. 35 del Decreto cosiddetto “ Sblocca Italia”, resteranno da smaltire nella Regione Veneto. Non realizzandosi i nuovi forni a griglia a Cà del Bue, la Regione, contrariamente al criterio della prossimità e volendo evitare situazioni di blocco nello smaltimento dei rifiuti, dovrà destinare i flussi eccedenti fuori Regione perché siano trattati in termovalorizzatori della macro-area del Nord Italia o attivare nuove discariche”.