“Giunge a termine in questi giorni, il complesso iter di approvazione del nuovo codice dei contratti.
Dopo quasi trent’anni dalla prima formulazione della legge Merloni, siamo ora di fronte ad una riforma che innova radicalmente la normativa del settore dei lavori pubblici. L’obiettivo è quello di rendere più snelle e spedite le procedure, mantenendo la qualità delle opere da realizzare e la trasparenza sugli affidamenti. Si rilevano tuttavia alcune criticità e perplessità”. Così il presidente della FOIV – Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto Paolo Gasparetto.
“La riduzione dei livelli progettuali, da tre a due, solo apparentemente potrà portare ad una riduzione dei tempi di progettazione; molto più verosimilmente rappresenterà invece una sovrapposizione tra differenti fasi di approfondimento tecnico dei progetti e i diversi livelli di approvazione ed autorizzazione degli stessi che potrà ingenerare confusione e inefficienze – prosegue -. La riduzione da dieci a tre anni del lasso temporale per la dimostrazione dei requisiti tecnici di accesso alle gare di progettazione rappresenterà una chiusura del mercato della progettazione delle opere pubbliche per i tanti studi di medio piccole dimensioni, che peraltro caratterizzano la realtà veneta. Altrettanto può dirsi per la parte dei requisiti economici: limitare gli stessi agli ultimi tre anni (e non ai migliori tre degli ultimi cinque come era previsto in precedenza) favorirà l’accesso al mercato da parte delle organizzazioni più grandi e strutturate”.
“Anche l’appalto integrato presenta dubbi sulla sua efficacia, posto che ne è previsto l’utilizzo in forma estensiva, senza precisi limiti applicativi – conclude la FOIV -. Gli ingegneri del Veneto in ogni caso, pur sottolineando le criticità presenti, con spirito costruttivo non faranno mancare alle istituzioni il proprio apporto su questa tematica”.