La chiedono da anni. Vogliono che la parità non stia solo nella legge ma si concretizzi in un sostegno da parte dello Stato. Sperano di continuare a svolgere il loro servizio e di veder cancellate le disparità che colpiscono il loro personale – operante nell’unico sistema voluto dalla Legge 62/2000 – e le famiglie che iscrivono i figli nelle loro scuole. Quelle dell’infanzia paritarie: in larghissima parte d’ispirazione cattolica, ma non solo.
Una cosa è certa: “Senza il sostegno economico delle parrocchie e delle amministrazioni comunali, senza il contributo alla gestione da parte delle famiglie e senza il prezioso volontariato che le caratterizza, molte avrebbero già chiuso i battenti lasciando interi territori privi di un servizio fondamentale qual è la scuola dell’infanzia”, dicono ai vertici della FISM, la Federazione Italiana Scuole Materne della quale sono presidente nazionale il veneziano Stefano Giordano e segretario nazionale Luigi Morgano, realtà che in Italia coinvolge quasi novemila realtà educative, oltre mezzo milione di bambine e bambini, oltre quarantamila persone fra insegnanti e collaboratori, ben radicata in tutto il Veneto dove è presidente regionale Stefano Cecchin.