Albino Poli ha compiuto 100 anni. A consegnargli la targa con l’atto di nascita sono stati il sindaco Attilio Gastaldello, l’assessore Luisa Meroni ed il presidente del Consiglio comunale Stefano Filippi. Nato in Campagnola di Zevio a “Corte Vegnai” il 2 Maggio 1920, da Ettore e da Girardi Anna, ha avuto quattro fratelli: Maria, la gemella Albina, Mario e Silvano. Anche il papà Ettore è vissuto per 100 anni e 6 mesi, così pure la nonna paterna è vissuta per oltre 90 anni. Nel 1928 è venuto ad abitare a Raldon in Via Della Vottoria, dove la famiglia si è costruita una nuova abitazione e dove abita tuttora. Il papà contadino, Albino sin da giovane, ha continuato l’attività della famiglia. Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, è stato arruolato, non ancor ventenne, nel 26°Regimento Genio e imbarcato a Bari per l’Albania il 15 febbraio 1940. E’ rimasto fino a luglio 1943, in zona di guerra, nella provincia di Tirana. Avuta una licenza, è rientrato in famiglia nel luglio 1943. Finita, la licenza è ritornata a Bari lo 05 agosto ed è rimasto in attesa di essere imbarcato per ritornare al fronte albanese, per oltre un mese. E’ stato fortunato perché l’ 8 settembre c’è stato il famoso armistizio, dove l’Italia dichiarava di dissociarsi dall’alleanza con la Germania. C’è stato un periodo di grande confusione e anche di sbandamento, comunque Albino non è partito per l’Albania ed è rimasto in Italia spostandosi a Taranto. Con l’arrivo degli alleati ha collaborato con gli americani fino alla fine della guerra 25 Aprile 1945, è rimasto nell’Italia del Sud. Con la fine del conflitto, sempre con gli alleati, è venuto nel trentino nella zona di Pergine, dove faceva la guardia a un deposito di armi, ed è rimasto fino al ritorno definitivo a casa il 15 novembre 1945. Il primo giugno del 1945, dagli alleati del Comando Gruppo Friuli gli è stato conferito il “Diploma D’Onore”con Medaglia di riconoscimento della sua appartenenza al Gruppo durante la Guerra di Liberazione contro la Germania. Passata l’esperienza della guerra, si è dedicato all’agricoltura con i familiari, dove lui ha sempre avuto un ruolo importante per le scelte che si stavano facendo, abbandonando le colture tradizionali, per orientarsi sulla produzione di pesche, delle fragole e altri prodotti orticoli. Così pure nell’innovazione tecnologica ha cercato di tenere il passo con la meccanizzazione, che negli anni si stava sviluppandosi anche in agricoltura. E’stato uno dei primi contadini, della sua generazione, a comprarsi l’automobile, una fiammante Fiat 1100 seri D. Aveva un carattere buono, non di tanti discorsi ma concreto, anche se le piaceva conversare, amava il suo lavoro che l’ha sempre fatto con passione e dal quale ha avuto anche delle soddisfazioni. In famiglia è sempre stato ben voluto, ha vissuto una bella realtà di armonia familiare patriarcale, dove i genitori rappresentavano il punto di riferimento per tutti i membri. Era orgoglioso nel vedere crescere i suoi tre nipoti, senza trascurare gli altri nipoti delle sorelle. Con la cognata, Anna Scabari, ha sempre avuto un vicendevole rapporto familiare di rispetto e di aiuto. Nonostante l’età, Albino ha sempre avuto la voglia di vivere, lavorando nei campi fino che ha potuto, conducendo i suoi trattori con prudenza e abilità. Questi suoi interessi hanno contribuito a far mantenere la sua mente sempre vigile e interessato a sentire le notizie della televisione. Inoltre ha mantenuto la memoria e la capacità di raccontare fatti ed episodi della sua lunga esistenza, con precisione. I nipoti spesso ricorrono a lui per avere notizie e informazioni del passato. Albino ha avuto anche la soddisfazione di vedere la sua discendenza Poli continuare nella storia, infatti tre anni orsono è nato Leonardo, figlio del pronipote Damiano, e coincidenza ha voluto che nascesse proprio il 2 maggio, suo compleanno. E’ assistito in famiglia con attenzione e amorevolezza, quest’aspetto probabilmente è anche il segreto dei suoi cento anni.