“I Pink Floyd? Una musica che ha un’anima….” È questo che ha ispirato il celebre coreografo/regista russo-belga Micha van Hoecke a creare il suo nuovo lavoro Shine (“Brilla”) sulle indimenticabili canzoni della leggendaria band inglese, musica dei suoi anni giovanili, musiche senza tempo, ponte tra musica rock e musica classica. “Musiche che, nell’immaginario collettivo, sono legate alla giovinezza interiore di tutti noi.”
Punto di partenza nella creazione di Shine è stato il celeberrimo brano Shine on You Crazy Diamond in cui i quattro Pink Floyd, Roger Waters, Nick Mason, Richard Wright e David Gilmour, rendono omaggio al loro compagno Syd Barrett che si era perso nelle regioni sconosciute della “luna”, intesa come malattia mentale.
Accompagnato dal vivo dal sound psichedelico, ipnotico, in qualche maniera astrale, dell’acclamata band Pink Floyd Legend, Shine di Micha van Hoecke è dunque un viaggio sulla luna, non solo (o forse non più) luogo di follia e senno smarrito, bensì simbolo della poesia, della fantasia, della vita stessa.
“È la mia autobiografia, ma racconta anche la vita di ogni uomo – ci spiega ancora Micha – la storia delle nostre vite che procedono a cicli, con un movimento circolare come quello della musica e della danza delle stelle, della rotazione della luna: un moto scandito da un continuo processo di nascita-morte-rinascita.” E aggiunge: la vita non è altro che la stoffa dei sogni di cui scriveva Shakespeare, una stoffa che viene continuamente ordita, tramata, disfatta e ritessuta. Shine è un lavoro intriso di speranza, in cui la fantasia diventa l’arma per combattere il materialismo che imperversa, il potere e le brame che incombono oggi.”
Prodotto da Daniele Cipriani e da Gilda Petronelli interpretato da solisti del Corpo di Ballo Daniele Cipriani Entertainment e dai Pink Floyd Legend, (un cast di complessivamente di una trentina di artisti), un sapiente gioco di luci, laser e videoproiezioni, trasforma lo spazio scenico di Shine in una surreale luna abitata da personaggi come Pierrot Lunaire e Petrushka, gli esseri “lunari” che catturarono la fantasia di Schönberg e Stravinsky, oppure da maschere uscite dai sipari della Commedia dell’arte. Visioni oniriche che s’incrociano per creare mondi siderali, eppure molto vicini… perché dentro di noi.