Nuova sede per il GAL Baldo Lessinia

Una festa con tante emozioni quella che si è celebrata questa mattina nel piazzale antistante il Municipio di Soave, in via G. Camuzzoni 8. L’occasione è stata fornita dal 30esimo anniversario della fondazione del GAL Baldo-Lessinia, le cui origini risalgono al 1994.

Presenti in sala autorità regionali, a partire dalla vicepresidente della Regione del Veneto Elisa De Berti, ai consiglieri Anna Maria Bigon, Alberto Bozza, Ernico Corsi e Filippo Rigo. A fare gli onori di casa il sindaco Matteo Pressi che ha elogiato il ruolo aggregativo dell’associazione presieduta da Ermanno Anselmi che da qualche anno ha sede proprio nel comune soavese. Ai saluti istituzionali ha partecipato anche il presidente della Provincia di Verona Flavio Massimo Pasini, il quale ha invitato i presenti a seguire il “modello” GAL, capace di fare rete concreta sul territorio. Il microfono è andato poi al presidente Anselmi, che si è rivolto al GAL come fosse una persona, ricordando la sua nascita, la sua crescita, il suo sviluppo e la sua fase di maturità che sta attraversando in questi anni.

«Il GAL Baldo-Lessinia, che oggi celebra 30 anni di storia, è una grande famiglia che unisce partner pubblici e privati con l’obiettivo di lavorare insieme per il territorio. – ha affermato il presidente – Questo anniversario è stato un momento di festa e riflessione: abbiamo riscoperto le nostre radici, preservandole come base solida per il futuro, e tracciato nuove prospettive di crescita. Con una maturità acquisita in tre decenni, il GAL è pronto a confrontarsi con nuove sfide, come l’accesso a strumenti di programmazione più complessi e l’utilizzo di plurifondi, grazie a una squadra di lavoro competente e capace di garantire competitività e sostegno ai nostri partner».

L’origine del GAL Baldo-Lessinia coincide con la nascita, il 6 ottobre 1994, dell’Associazione “Montagna Veronese”, fondata e presieduta dall’allora presidente della Provincia di Verona Alberto Fenzi, presente oggi sul palco di Soave: «Ero allibito del fatto che tutti i fondi regionali ed europei andassero allora verso Cortina o altre destinazioni simili, e che nulla o molto poco prevenisse nei nostri territori montani veronesi. – ha ricordato Fenzi – Né le istituzioni regionali né i consiglieri del tempo avevano attenzioni nei confronti della nostra provincia, e questo è un problema, a mio avviso, che persiste, visto che dopo Angelo Tomelleri, primo presidente veronese del Veneto, non ce ne sono stati altri».

«Feci commissionare uno studio da una società di Padova che si occupava di bandi europei, la quale mi calcolò un potenziale di risorse disponibili per il nostro territorio provinciale, dall’Europa, stimato in quasi 400 miliardi di lire. – ha proseguito l’ex presidente e professore di medicina – L’associazione Montagna Veronese nacque anche per entrare in quella partita, contraddistinta dalla materia si sviluppo rurale “LEADER II”».

Pionieri e visionari in quella prima firma dal notaio Giannaugusto Fantin di Verona furono, oltre a Fenzi, anche Pietro Bresaola della Cantina sociale della Valdadige, Cipriano Castellani sindaco di San Zeno di Montagna, Giovanni Battista Polo di CIA Verona, e Michele Bertucco, oggi presente, allora in Legambiente.

Altra data importante fu quella del 3 aprile 1997, quando il presidente dell’associazione fondata tre anni prima era Lucio Campedelli, sindaco di Erbezzo, che si presentò assieme ai consiglieri dal notaio Paola Mazzi per cambiare lo Statuto e rinominare Montagna Veronese in “GAL Baldo-Lessinia”. «Erano anni in cui c’era la consapevolezza che si poteva fare qualcosa anche nelle nostre zone e che queste potevano essere destinatarie di risorse economiche per lo sviluppo delle imprese, degli enti pubblici e delle comunità locali» ha affermato Campedelli, presidente del GAL dal 1996 al 2006. Accanto a lui sul palco Stefano Marcolini, presidente dal 2007 al 2015: «Ci siamo posti come interlocutori seri con i principali attori del territorio montano e non solo. – ha raccontato – Sono state molte le opere e i progetti che abbiamo finanziato, alcuni di rilevanza culturale, e sociale. Per quanto mi riguarda, ad esempio, abbiamo permesso di costituire l’associazione per la tutela della pecora Brogna della Lessinia, salvando l’ultima specie ovina autoctona del territorio dall’estinzione».

A dare sostanze e concretezza all’azione del GAL nel corso dei suoi trent’anni è stata l’attuale direttrice Elisabetta Brisighella, la quale ha ricordato che grazie a cinque programmazioni LEADER (Montes 1994-1997; Terre Veronesi 2000-2006; P.E.T.R.A. 2007-2013; IN.S.I.E.M.& 2014-2022; F.U.T.U.R.A. 2024-2027) sono stati erogati oltre 35 milioni di euro di risorse pubbliche, a oltre 600 beneficiari. Solo con il PSL 2014-2022 sono stati finanziati 262 progetti per un finanziamento pubblico di 11 milioni di euro che, aggiunto a co-finanziamento privato, ha prodotto una massa di investimenti poco inferiore ai 19 milioni.

Sul palco anche le testimonianze di alcuni beneficiari: Emanuela Ruffo, sindaco di Illasi che ha ricordato il progetto Vecia via della Lana e il restauro della vicina chiesa di San Colombano; Cornelia Tessari dell’azienda vitivinicola omonima con sede a Monteforte d’Alpone, la quale ha ampliato la struttura con un’offerta ricettiva per i turisti; Elisa Massella, che ha aperto un B&B a Bosco Chiesanuova all’interno di una vecchia casa di corte della famiglia. Lo sguardo si è posato poi su F.U.T.U.R.A., il PSL attuale, che ha già messo a disposizione dall’inizio dell’anno cinque bandi per un totale di oltre 4 milioni di euro di risorse pubbliche.

La mattinata è proseguita con una tavola rotonda dal titolo “Aree rurali, quale futuro?”, a cui hanno partecipato Matteo Aguanno, Rappresentante UNCEM Veneto (presieduta da Ennio Vigne) ai Comitati di sorveglianza dei Fondi strutturali; Ermanno Anselmi, presidente del GAL Baldo-Lessinia; Umberto Grigolo, dirigente Sportello AVEPA di Verona; Gerardo Semprebon, ricercatore presso il Politecnico di Milano.

Al termine, tutti gli ospiti si sono spostati in via G. Camuzzoni 23 per l’inaugurazione della nuova sede messa a disposizione sempre dal Comune di Soave. A benedire i nuovi spazi è stato mons. Giuseppe Andriolo, parroco locale.

Tornati nel piazzale del Municipio, la mattinata si è conclusa con il taglio della torta con il logo del trentesimo che ha suggellato una mattinata intensa e ricca di contenuto.