Nelle scorse settimane, durante una passeggiata al mercato del venerdì, ho notato come sia sempre più fitta la presenza di questuanti tra i banchi delle mercanzie: mendicanti che chiedono insistentemente denaro alle vecchiette del paese, furbacchioni che chiedono l’obolo a chi parcheggia, venditori abusivi di cianfrusaglie e via di questo passo.
Sono spinto a fare queste considerazioni dalla convinzione che non si possa voltare la testa dall’altra parte, o fingere che non vi sia un problema. Non critico il giusto aiuto alle persone in difficoltà che non riescono ad arrivare a fine mese, ma la finta carità: quella data quasi per togliersi il disturbo dell’insistenza di certe persone che raccolgono monete, per poi destinarle al flusso di denaro dei racket che controllano il “mercato dei mendicanti”.
Lo dico da esponente del Pd, convinto che legalità e sicurezza debbano essere valori imprescindibili anche per la mia parte politica. Ultimamente, la percezione di sicurezza nella nostra città, è diminuita: sono fatti di cronaca i furti negli appartamenti, le rapine agli sportelli bancari e gli atti di vandalismo contro le strutture (al Parco all’Adige, al centro giovanile Casa Novarini e ultimamente nelle campagne di Raldon). E’ un diritto del cittadino poter vivere in una città sicura, ed è un dovere di una buona amministrazione fare il possibile per garantirlo, perché non tutto può pesare sulle spalle delle Forze dell’Ordine, sempre presenti e operative nel nostro territorio.
Voglio avanzare alcuni suggerimenti alla nostra amministrazione, con spirito costruttivo, affinché possano diminuire gli episodi di microcriminalità nel nostro territorio, e prima che qualcuno rispolveri inutili “ronde padane”:
1)Coinvolgiamo i volontari della protezione civile e l’associazionismo locale per creare una “cintura di sicurezza” durante la spesa al mercato cittadino, proteggendo gli anziani lupatotini ed evitando che possano essere bersaglio di borseggiatori
2)L’amministrazione dovrebbe adoperarsi per una mappatura del territorio, di concerto con le Forze dell’Ordine, dove sono più frequenti gli episodi di furto e vandalismo, al fine di potenziare gli impianti di videosorveglianza e deterrenza.
3)Organizziamo incontri pubblici e campagne informative per informare le fasce deboli sui pericoli delle “truffe a domicilio”. Sempre all’ordine del giorno i finti operatori di fantomatiche società, che con la scusa di leggere i contatori si introducono nelle case dei nostri concittadini.
Oltre a questo, la nostra amministrazione deve impegnarsi a sostenere la lotta alla criminalità organizzata. Non va sottovalutato il tema della presenza mafiosa al Nord, come già è accaduto nel nostro territorio. La lotta alle mafie va condotta sul piano culturale, organizzando incontri nelle scuole, insegnando ancor di più ai nostri ragazzi il valore irrinunciabile della legalità. Per fare questo, il nostro consiglio comunale potrebbe lanciare una campagna di legalità, magari aderendo all’Associazione “Avviso Pubblico”, che sostiene gli Enti Locali contro le infiltrazioni mafiose nella Pubblica Amministrazione e nel territorio.
Colpire le mafie nei loro affari, nel patrimonio, significa restituire speranza e dignità ai cittadini onesti. Per citare un caso nel nostro Comune, pensiamo al felice esempio del Ceod di Raldon, dove la struttura, sequestrata alle grinfie della mafia, garantisce ora uno spazio importante per ragazzi de “Il Tesoro”, realtà impegnata ad integrare nel cuore del paese i ragazzi diversamente abili.
Si tratta di proposte fattibili, che con il coinvolgimento di Amministrazione, associazioni, scuole e forze dell’ordine, possono trasformare San Giovanni Lupatoto in un comune sicuro e all’avanguardia della lotta per la legalità.